giovedì 18 marzo 2010

Il lavoro autonomo tra contraddizioni e welfare


 
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Lavoratori a progetto, free lance, partite iva individuali, contratti atipici. Sono i consulenti, i grafici, i formatori, le attrici ed gli attori, i registi, i videomaker, gli operatori del sociale, gli architetti, i programmatori di software, i ricercatori, le traduttrici, gli esperti di valutazione ambientale e molto altri ancora. 

Lavoratori e lavoratrici autonomi che non hanno diritto a nessuna cassa integrazione se perdono il lavoro. Non hanno diritto ad alcuna continuità di reddito. Con la “gestione separata inps”, pagano contributi per non ricevere alcuna tutela. Non hanno diritto, come i lavoratori dipendenti, alla maternità, alla malattia e alle ferie. Devono pagare iva e fisco alle scadenze prefissate, anche se aspettano per mesi i pagamenti per il loro lavoro.

Il mondo del lavoro autonomo è indubbiamente controverso, ambivalente, ma nello stesso tempo occupa una scena sempre più significativa all'interno del mercato del lavoro. Dalle forme della contrattazione atipica allo sviluppo delle piccole imprese un tratto comune emerge con forza e con drammaticità: completa assenza di diritti.

Welfare e garanzie, già difficili da ottenere nell'Italia della crisi per i lavoratori dipendente, divengono miraggio per le nuove categorie del lavoro. Il sindacato fa convergere i suoi sforzi, sempre più fragili, nella difesa dei garantiti, dimenticando che le giovani generazioni sono per la maggior parte prive di futuro e partecipano di una fiscalità i cui benefici non le riguarderanno mai.


Ne parliamo con:

Andrea Fumagalli
- Docente di economia all'università di Pavia, rete Bin Italia
Giuseppe Allegri - Acta - Associazione consulenti terziario avanzato
Alberto De Nicola - Atelier Esc Roma
Francesco Raparelli - Atelier Esc Roma, redazione Dinamo
Ettore di Cesare e Luca Casarini - lavoratori autonomi