giovedì 13 maggio 2010

La crisi greca dell'Eurozona



 Se il player non funziona, clicca qui

La crisi finanziaria è arrivata in Europa e ha colpito soprattutto la Grecia portando con sé la preoccupazione di un crack Europeo generale che metta in difficoltà gli altri Stati dell'Unione mettendo anche sotto i riflettori la debolezza della moneta unica.

Ma non è solo la Grecia che sta pagando un collasso generale di welfare, lavoro e diritti. A quelle latitudini ora è tutto molto più drammatico ma un po' ovunque  in Europa - basta guardare l'Italia - sembra che gli unici a uscirne bene siano i mercati finanziari: le borse si sono riprese, si parla di nuove regole ma sembra che tutto resti uguale a prima.
Sullo sfondo l'ipotesi per la scrittura di un brutto film in cui "una spregiudicata operazione speculativa orchestrata dalla cupola finanziaria di Wall Street" per indebolire l'euro.

La crisi greca e  le risposte messe in atto dal Fondo Monetario Internazionale e dai governi europei, fanno riflettere su come i costi della crisi continuano a essere sempre più massicciamente scaricati sui cittadini. E' necessario chiedersi cosa si può fare, quali politiche dal basso possono essere messe in atto per contrastare questi fenomeni, per riappropriarsi della ricchezza, per non pagare la crisi. Non solo redditto, ma anche diritti e beni comuni come via possibile per immaginare una via d'uscita.
Che scenario ci consegna questa crisi? E' la fine del sogno della grande Europa pensata dopo la caduta del muro? Dietro la crisi greca c'è un disegno di ridefinizione degli equilibri geopolitici globali a mezzo finanziario? Cosa  fare per contrastare questa onnipotenza finanziaria?

Ne parliamo con:
Enrico Piovesana - Giornalista per Peacereporter.net
Andrea Fumagalli - Docente di economia all'università di Pavia
Gianmarco De Pieri - Global Project
Luca Casarini - Global Project (audio tratto dal seminario Digital Commons-7-8- maggio VE)
Sandro Mezzadra - docente di Storia delle Dottrine Politiche all'Università di Bologna  (audio tratto dal seminario Digital Commons-7-8- maggio VE)